(di P. Lerro) – Sabato 8 giugno, al teatro Polivalente Don Bosco, il Circolo della Lirica di Padova ha presentato lo spettacolo intitolato “Quadri da Cavalleria Rusticana”. Artefici di questo felice connubio tra teatro e melodramma sono stati il Gruppo teatrale Il Canovaccio ed il Classic Art Ensamble rispettivamente diretti dai Maestri Antonello Pagotto e Franco Moro. Avendolo già visto presso il Bastione Alicorno qualche anno fa, e serbandone un positivo ricordo, ho pensato di proporlo al Direttivo come ultimo concerto della stagione 2012/2013, in linea con la scelta intrapresa di proporre spettacoli non sempre fedeli alla tradizione. Prendendo a prestito le parole di Pagotto, è verissimo che “il teatro è magia e la combinazione fra teatro e melodramma di questo allestimento, altro non poteva essere se non una loro paziente e delicata amalgama da cui ricavare il filtro magico della trasposizione scenica”. La fedeltà di MASCAGNI al testo e all’andamento scenico del dramma di VERGA, ha facilitato questa magica operazione ma un plauso va certamente agli ideatori di questo progetto che hanno saputo amalgamare suono, canto e recitazione con fluidità, pathos ed assenza di cedimenti narrativi, affidando l’accompagnamento musicale ad un trio composto da pianoforte, violino e violoncello. Un unicum che ha visto sul palcoscenico, per una durata di circa 80’, tre attori e tre cantanti interpretare rispettivamente i protagonisti (Turiddu, Santuzza e Alfio) della tragedia e dell’opera lirica interagendo con gli altri due personaggi/attori femminili del VERGA, Gna’Nunzia (la Mamma Lucia mascagnana) e Gna’Lola. Preziosa ed indovinata la combinazione dei tre strumenti che ha saputo creare, specialmente nelle famosissime note dell’introduzione e dell’intermezzo, la giusta atmosfera. Complessivamente lo spettacolo mi è parso di buon livello anche se è doveroso accennare un distinguo tra le due forme teatrali rappresentate. Non intendo stilare classifiche di merito ma ritengo che il “teatro” ha indubbiamente offerto una prestazione più omogenea e qualificata rispetto al “melodramma”. La recitazione è risultata convincente e ben misurata, con pause e ritmo giusti, nonché ricca di chiaroscuri e di “palpabile” pathos, artefici di un’appropriata atmosfera di tragedia, dove ognuno ha dato il meglio sè. Tra tutti i bravissimi attori, sapientemente diretti dall’attento e scrupoloso Pagotto (anche nei panni di un più che convincente Alfio), emerge una pregevole Graziella Ciampa (indovinata interprete di Santuzza) che in diverse occasioni ha saputo coinvolgere emotivamente l’attento pubblico. Non di pari livello è risultato il complesso musicale che, in qualche occasione, è apparso privo del necessario rigore stilistico, mentre Turiddu e Santuzza, rispettivamente cantati da Stefano Rigon e Cecilia Tartaro, sono parsi piuttosto in affanno e l’Alfio del generoso Maurizio Franceschetti, decisamente fuori corda. Avevo ben altro ricordo positivo di queste voci e specialmente del bellissimo e squillante timbro di Rigon che ritenevo il “pezzo forte” della serata. Purtroppo una fastidiosa indisposizione ha tradito entrambi (più lui, certamente!). La sala Polivalente Don Bosco ha ospitato un discreto numero di spettatori che ha omaggiato doverosamente gli Artisti con lunghi applausi. A seguire, un piccolo buffet di commiato ha ringraziato gli Artisti e salutato i nostri Soci con un arrivederci a settembre.
Note – (n.d.r) Cavalleria rusticana è un’opera in un unico atto di Pietro Mascagni, andata in scena per la prima volta, con enorme successo, nel 1890 al Teatro Costanzi di Roma, tratta dalla novella omonima di Giovanni Verga. La rilettura del capolavoro musicale è stata ideata e curata dal maestro Franco Moro, pianista e direttore d’orchestra, e dal soprano Cecilia Tartaro. L’intreccio narrativo e musicale che si sviluppa tra melodramma e prosa, ha come sfondo un paesino della Sicilia di fine Ottocento e racconta una schietta vicenda di passione, gelosia e tradimento, conclusa da un delitto d’onore. Mascagni associò alla novella più popolare e più rappresentata del Verga una musica altrettanto spontanea che rappresenta nel modo più immediato e diretto possibile i sentimenti che spingono tutti i personaggi coinvolti al tragico finale. Le melodie che scorrono fluide come quelle delle canzoni popolari, armonie semplici e avvolgenti, si fondono con il canto e la parola parlata così da toccare il livello massimo di verità rappresentativa.
Esecuzione musicale: Classic Art Ensemble – Cast: Cecilia Tartaro,soprano – Maurizio Franceschetti, bass-bariton – Stefano Rigon, tenore.
Lo spettacolo è inserito in RetEventi Cultura 2013 della Provincia di Padova – In scena gli attori del gruppo “Il Canovaccio” diretto Antonello Pagotto, regista. Attori:Diego De Francesco, Graziella Ciampa, Antonello Pagotto, Anna Moro.
Patrocinio Regione del Veneto e Provincia di Padova – ReteEventi