Recensione di Nicoletta Scalzotto
Spettacolo delizioso quello di mercoledì sera 9 luglio sul palco della sala di rappresentanza di Palazzo Zacco Armeni, qui allestito all’ultimo anzichè nell’annunciato giardino di Palazzo Zuckermann, a causa dei previsti, freddi e violenti scrosci di pioggia, che tuttavia non hanno impedito ad un pubblico sensibile di affollare con congruo anticipo la “platea”. Si è chiusa cosi la lunga stagione musicale 2013/2014, con l’allestimento dell’intermezzo buffo La Serva Padrona di Gian Battista Pergolesi, firmato dall’eclettico regista veneziano Marco Bellussi e prodotto in collaborazione con il Comune di Padova, il patrocinio di Regione Veneto e Provincia di Padova e inserito nel cartellone di Reteeventi della Provincia di Padova. È stata un’impresa impegnativa e gravosa, presa in carico da pochi componenti il direttivo che, lavorando a pieno ritmo, sono riusciti comunque a regalarci uno spettacolo soddisfacente sotto il profilo artistico. Il cast di 18 giovani, composto da cantanti, musicisti, attori, costumista, addetti luci, regista e direttore d’orchestra, ha “montato lo spettacolo” con 10 giorni fitti di prove, per circa 8-10 ore al giorno. Il connubio tra il regista Marco Bellussi, eclettico e versatile regista veneziano, e il giovane M°Nicola Simoni, che ha diretto l’ensable musicale con perizia e attenzione al suono e al ritmo, ha prodotto una sinergia di musica e rappresentazione davvero apprezzabili. In apertura la scena in cui si snoda tutta la vicenda, una terrazza estiva, con arredo primo novecento, che suggerisce l’affaccio su un panorama marino:un esilarante Uberto (Virgilio Bianconi), nell’elegante completo bianco/blu da yachtsmen, smania e sbuffa in attesa della colazione che tarda ad essere servita. Sulla sfondo, la camera della furba servetta Serpina (Francesca Salvatorelli) che, seduta davanti alla toilette, tranquillamente acconcia la pettinatura, incurante del padrone che reclama la sua tazza di cioccolato. Tra il bianco salottino estivo in ferro battuto, il lettino prendisole, i vezzosi paraventi e le verzura di cornice, si muovono i personaggi e si dipana l’intrigo amoroso tra Uberto, il vecchio scapolo, taciturno e brontolone, e Serpina, la sua serva capricciosa, civetta e prepotente, che si comporta da padrona, spalleggiata da Vespone (Emilio De Lello), il prestante ed elegantissimo servo, muto ma di forte impatto scenico.
Il tutto sottolineato da un semplice ma efficace gioco di luci sullo sfondo, con le diverse tinte a sottolineare i variabili umori in scena. Esilarante è stata l’interpretazione di Virgilio Bianconi, un po’ sottotono vocalmente ma attore nato, che ha “occupato” la scena con la sua fisicità in contrasto con la minuta ed elegante siluette della capricciosa e intraprendente cameriera Serpina. Della Salvatorelli, bella, graziosa e spiritosa, abbiamo apprezzato il timbro, pulito e preciso, nonché il raffinato garbo musicale e interpretativo. Una nota speciale meritano i raffinatissimi costumi realizzati per l’occasione da Carlos Tieppo, costumista del Teatro La Fenice. Applausi convinti e calorosi sono arrivati da un pubblico attento che ha richiamato più volte gli artisti.