Scriveva Eugenio Montale che “La storia non è poi la devastante ruspa che si dice. Lascia sottopassaggi, cripte, buche e nascondigli. C’è chi sopravvive”. E Anna Glavari, la conturbante Lustige Witwe di Franz Lehár è sopravvissuta ed è pronta a incontrare ancora il pubblico domenica 11 ottobre, h. 17.30 a Palazzo Zacco Armeni, Prato della valle, 82 Padova. Col dolce palpitar è la gustosissima pièce musico-teatrale, nella quale si ripercorre la vorticosa vicenda sentimentale di Anna Glavari e Il conte Danilo; vicenda sapientemente intrecciata alle vicissitudini di Valencienne, l’audace mogliettina del barone Zeta, e il diplomatico francese Camille de Rossillon. A condurci nelle atmosfere gioiosamente sofisticate della Francia di inizio ‘900 sarà il cancelliere Njegus, personaggio chiave della complicata vicenda economico /politico/sentimentale che fa da motore all’opera. Figlia dell’operà-comique francese, La vedova allegra, da quando andò in scena per la prima volta a Vienna nel dicembre del 1905, gode di ininterrotta fortuna; una fortuna dovuta a una combinazione perfetta tra commedia, colore musicale e celebri danze e al carattere apertamente sensuale ed erotico nella trama, che riporta al clima disinibito della Vienna di Freud e Schnitzler.
Capolavoro assoluto dunque, ma, allo stesso tempo, divertimento, entusiasmo e freschezza e quel certo quid che Lehár vedeva indispensabile: Per fare un buona operetta bisogna essere molto esperti, dedicarsi al genere, avere conoscenza dell’opera dietro a sé, e tutto questo ancora non basta se non si ha quell’innato “non-so-che”, quella predisposizione di pochi all’operetta.
Regia e drammaturga di Marco Bellussi,costumi di Carlos Tieppo, capo dell’atelier della Fenice. Organizzazione dello spazio scenico di Matteo Paoletti Franzato. In scena i soprani Camilla Corsi e Francesca Salvatorelli, il tenore Andrea Biscontin, Andrea Zaupa ed Emiliano De Lello, baritoni. Al pianoforte Alberto Boischio, maestro di sala e palcoscenico del Teatro La Fenice.