Parlare del Maestro Elio PANDOLFI senza fare accenno al Melodramma, mi è quasi impossibile. Infatti, è grazie alla comune passione che abbiamo per la musica lirica, che mi onoro di aver fatto la sua conoscenza. L’amore per il Melodramma nasce in me all’età di dieci anni quando in compagnia dei miei due fratelli e sotto la sapiente guida paterna, ho cominciato ad ascoltare vecchi 78 giri ed i primi dischi in vinile che la FRATELLI FABBRI EDITORE pubblicò in edicola alla fine degli anni 60. Il Trovatore, L’Elisir d’Amore, La Traviata e il Barbiere di Siviglia sono le quattro opere che per intero ho ascoltato per la prima volta tra le mura di casa, mentre la Prima assoluta all’Opera l’ho inaugurata con Tosca.
di Paolo Lerro
Sicuramente l’emozione live delle voci, dell’orchestra e delle scene, lo stupore del meraviglioso colpo d’occhio degli ori e dei velluti del Teatro di San Carlo di Napoli, hanno fatto scoccare definitivamente la scintilla del melomane. A dire la verità, a casa mia si è sempre respirata aria di teatro, in primis di prosa e a seguire musicale. Papà, infatti, per diletto e passione, è stato un valente, apprezzato Capocomico con tanto di Compagnia Filodrammatica e in gioventù ha studiato canto anche perché in possesso di una bella e possente voce baritonale.
Copioni, libretti e spartiti, nonché un melodioso piano verticale di famiglia, hanno condito la mia infanzia. Andare a vedere una commedia, un’opera o recitare nella Compagnia di papà, era normale e gradita attività di tutti, nonna e fidanzata comprese. A partire dal 1970 fino alla fine del 1980, quando arruolatomi ho lasciato la terra natia, ho ininterrottamente frequentato il Massimo napoletano in compagnia dei familiari e di un piccolo gruppo di amici con i quali ho condiviso la passione per la musica lirica.
All’abbonamento “di palco” con la famiglia, si aggiunse quello “di loggione” con gli amici, e poi diverse trasferte nei maggiori teatri d’opera d’Italia: al PETRUZZELLI di Bari, all’OPERA di Roma, al COMUNALE di Firenze e alla SCALA di Milano. Tutto era proteso alla lirica. Finanche il veglione di fine anno vedeva noi ragazzi cantare quali protagonisti opere, anche inventate, con tanto di costumi e trucchi di scena indegnamente accompagnati dal pianista del gruppo (il sottoscritto).
Due di noi hanno studiato e debuttato cantando in Italia e all’Estero con discreto successo per poi abbandonare le scene per scelte indubbiamente più autonome e sicure senza dover dipendere dall’indispensabile ausilio di un agente: Lucio è insegnante di latino e greco e Fabrizio ha abbracciato la vita monastica. Mio fratello Sandro, più giovane d’età ma tenace nel non demordere, laureatosi in Lettere con indirizzo musicale, è Artista del Coro del San Carlo con la voce di baritono. Con la partenza da Napoli e messa su famiglia, ho continuato a seguire la lirica ma certamente non con l’assiduità che mi consentiva la giovane età.
La professione di Ufficiale dell’Esercito mi ha portato a prestare servizio in diverse città d’Italia tra cui Foligno. E’ in questa ridente cittadina umbra posta tra Spoleto ed Assisi che ho conosciuto Marco SCOLASTRA, il valente Maestro che il 24 maggio scorso ha accompagnato Elio PANDOLFI al pianoforte. Marco ha espletato il servizio di leva nella Caserma GONZAGA dove prestavo servizio. Grazie al potere della musica si è instaurato un legame di amicizia con lui e la sua bellissima famiglia che è proprietaria di un rinomato albergo della città. Tre anni fa quando sono ritornato per motivi di servizio a Foligno, ho rivisto Marco ed in quella occasione mi ha presentato un ospite particolare che risiedeva presso di lui: Elio PANDOLFI. L’incontro è stato emozionante. Fare la conoscenza di un illustre rappresentante del teatro di prosa appartenente alla “vecchia scuola” italiana era per me un onore. Inoltre sapevo che il Maestro è sempre stato un eccelso conoscitore di lirica, arguto critico e prezioso collezionista di registrazioni live. Grandi cantanti della lirica, dalla TEBALDI a PAVAROTTI, hanno ascoltato e carpito segreti da rare registrazioni di “voci del passato” da lui reperite e commentate con chiare e pertinenti recensioni.
Quella sera, fino a tarda notte rimasi in loro compagnia. Durante e dopo una eccellente cena (Luisa, la sorella di Marco, non si smentisce mai) parlammo di lirica così intensamente che più di una volta, involontariamente, abbiamo estromesso Marco dai nostri discorsi. Da quella sera si è instaurata un’amicizia che mi ha onorato di ospitarlo a casa qui a Padova, di conoscere la sua bellissima di Roma, di applaudirlo in più di un’occasione e di dimostrargli un filiale rispetto, devozione e affetto. Trascorrere anche solo una serata in sua compagnia rinfranca l’animo in special modo di quelle persone che sanno apprezzare l’Arte.
Elio è uno degli ultimi rappresentanti di quella Arte genuina, eccelsa, educativa del teatro italiano di un tempo. E’ una persona gioviale ed attenta, dallo stile semplice, niente affatto artefatto ma al tempo stesso nobile, dal vero tratto signorile. Sul palcoscenico, si trasforma. Ancora oggi riesce ad esternare una carica degna di un giovanotto frizzante ed esuberante di venti anni. Amabile conversatore dalla granitica memoria, racconta con gusto e passione aneddoti a lui tanto cari legati ad amicizie o conoscenze di colleghi e colleghe, personaggi famosi o poco conosciuti, che fanno parte del suo immenso bagaglio di ricordi e nostalgie.
Come melomane, credo che non abbia rivali. Si pensi a quante voci ha ascoltato e conosciuto grazie anche alla sua professione e alla sua bravura e verve che gli hanno consentito, come noto a tutti, di condividere palcoscenici dove recita, canta e balla con successo in Operette e Opere nei grandi teatri italiani. Alla mia richiesta di un loro concerto (Duo PANDOLFI-SCOLASTRA) per il Circolo della Lirica di Padova, furono entrambi entusiasti e disponibili a regalarci una serata sul mondo dell’Operetta, briosa e frizzante, come poi si è rivelata. La lontananza non mi consente di trascorre più tempo con cotanta compagnia ma i moderni mezzi di comunicazione spesso annullano tale privazione. Inoltre, e concludo, grazie alla generosità di Elio, continuo a conoscerlo sempre meglio grazie al dono di sue mitiche registrazioni, bellissime foto e registrazioni di performance teatrali, televisive e cinematografiche che sovente rivedo in compagnia dei miei figli che sanno riconoscere, in un mondo sempre più trasversale e confusionario, chi dell’Arte Vera è degno e perenne Rappresentante.