di Nicoletta Scalzotto
Il 31 luglio nella suggestiva cornice della Piazza d’Armi della della Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria, si è svolto un concerto diretto dal M° Riccardo Muti: 270 giovani musicisti, scelti tra i principali complessi bandistici calabresi, si sono esibiti dinanzi a quasi cinquemila persone, e nel partèrre altri 1000 giovani e giovanissimi musicisti delle bande calabresi a formare con le loro magliette la bandiera italiana.
Sul palco una vera parata di talenti, impeccabili nell’esecuzione, rigorosi nel seguire le istruzioni dei direttori d’orchestra e dello stesso maestro Muti, professionisti che non hanno lasciato trasparire nemmeno l’emozione che invade le loro anime, pronti a dare il meglio di sé e a far innamorare il pubblico di quella straordinaria musica.
270 giovani musicisti che hanno fatto “parlare” gli strumenti, hanno mostrato a chi ancora non lo ha visto o non lo vuole vedere il vero volto di una Calabria che non è solo ‘ndrangheta e malaffare…
Un evento unico dunque, ispirato non soltanto alla musica, ma anche ai temi della cultura e della legalità: La musica salva, è il titolo del concerto che ricalca una celebre frase pronunziata dal maestro Muti che dichiara dal palco: “I governanti devono porre attenzione a questo fenomeno tutto calabrese che può essere un segnale di ripresa di quei valori che in Italia, tutti sappiamo, sono scemati negli ultimi anni. Giovani di 22-23 anni, ma anche bambini di otto, che hanno colpito per le loro capacità, alcuni si sono distinti per la loro disciplina artistica e per la partecipazione totale alla musica, e la severità del loro approccio con questo tipo di musica così impegnativa. Ci troviamo di fronte ad un’espressione della migliore Italia, un’autentica fucina di talenti … Un segnale forte, non solo per la Calabria, ma per l’intero Paese”.
Muti ha dunque ribadito con forza il ruolo dominante della musica per la crescita dell’individuo: “la musica non solo forma, ma salva”. Anche noi da sempre ribadiamo che la musica di qualità e la cultura devono avere nel nostro Paese la giusta espressione, perchè frutto di una Italia da tempo sottotraccia, lontana dalle cronache modaiole, dai palinsesti televisivi insulsi e volgari; esse sono il profilo di un’Italia di giovani che studiano con impegno, passione, dedizione, con insegnanti che educano e famiglie che ancora credono che la musica sia basilare per la formazione, per la crescita spirituale e che sia una palestra in cui allenarsi con caparbietà per affrontare la vita, per contribuire al progresso e alla cultura del nostro Paese, per ricondurre al gusto del bello. La musica è fatica e gioia, è impegno ed emozione!
Le immagini che arrivano dallo schermo della tv lunedì 6 agosto, alle ore 23,30 sono emozionanti: lunghe infilate di fagotti, oboi, clarinetti, corni, trombe e tromboni, … centinaia di mani che eseguono in sincronia i medesimi movimenti, il suonatore dei piatti che scandisce il ritmo con un gesto elegante ma quasi imperioso, movimenti ritmati sulle grandi percussioni… centinaia di occhi seguono concentrati la bacchetta dei maestri che si succedono sul palco…
Le celebri note dell’Ouverture de La Forza del Destino e della Sinfonia del Nabucco di Giuseppe Verdi si diffondono nell’aria, il pubblico è in piedi, nessuno distoglie lo sguardo fisso sui musicisti e anche la luna nella calda notte estiva, attraversata da leggere folate, osserva dall’alto questo momento magico che sembra fermare il tempo.
… di nuovo l’Inno di Mameli risuona e il pubblico, incitato dal Maestro, canta all’unisono accompagnando la “voce “ degli strumenti, creando l’illusione di una sinfonia di intenti in un Paese che cerca nuovamente l’armonia, la bellezza e quegli ideali che sembrano oggi smarriti …
La musica salva! Viva la musica